Obama, McCain e il fattore ambiente

3 11 2008

Ormai manca un giorno alle elezioni americane. Dopo mesi di spot e dibattiti televisivi stiamo giungendo alla fine della campagna elettorale più discussa del mondo. Ma su che cosa i due candidati si giocheranno la vittoria per la Casa Bianca? Molto si è parlato sulle loro posizioni sulla guerra in Iraq, sull’economia e sull’immigrazione.
Ma c’è un altro importante argomento su cui si gioca la vittoria del prossimo inquilino alla Casa Bianca: la politica energetica e ambientale. Dopo mesi di rialzi del costo del petrolio (prezzi da sogno per noi europei, ma mai così alti nella storia per i colleghi d’oltreoceano) e allarmanti notizie sui cambiamenti climatici, per l’americano medio la questione energia sta diventando un argomento importante, per cui esige delle risposte chiare e forti dalla classe politica.
Navigando nei siti di Obama e McCain la prima cosa che salta all’occhio è già un interessante conclusione: le politiche energetiche proposte dai due senatori sono simili. Emerge chiara una necessità bipartisan: ridurre la dipendenza dalle fonti fossili di paesi instabili e potenzialmente canaglia. Ed entrambi indicano l’utilizzo di fonti energetiche alternative come un passaggio obbligato verso questa direzione, molto più che un recente sondaggio ha dimostrato come i supporter di entrambi i candidati siano fortemente favorevoli ad una maggiore efficienza energetica e a politiche che riducano l’impiego di petrolio e nucleare.
La diversità tra i due leader sta nel come raggiungere questi obiettivi.
La ricetta McCain per alleggerire la bolletta energetica in capo ai già provati capi famiglia americani è un incremento dello sfruttamento petrolifero sul suolo americano nonchè un nuovo sviluppo del nucleare, mentre Obama è più cauto su questi due fronti. Per quanto riguarda le rinnovabili l’obiettivo comune è ridurre entro il 2020 le emissioni ai livelli del 1990. Ma se McCain, da bravo repubblicano, propone un modello basato sul mercato, in cui lo sviluppo di fonti rinnovabili debba essere determinato dal mercato, per Obama tax subsidies sono necessari per accelerare l’entrata nel mercato di solare e eolico (in cui ha dichiarato di voler investire 150 miliardi di dollari nel prossimo decennio). Insomma, anche se entrambi i programmi propongono solo strategie di lungo termine, Obama sembra rispondere meglio alle istanze dell’elettorato sensibile all’ambiente.

Ma quanto possono pesare queste differenze sul risultato del voto? Una buona politica energetica e ambientale può rivelarsi più importante per gli esiti del voto di quello che può sembrare a prima vista. Non coinvolge, infatti, soltanto i sostenitori di un modello di sviluppo pi sostenibile, o coloro che credono che possa essere una via d’uscita all’attuale crisi economica. Come sottolinea il professor Peter Haas dall’Hiffington Post, il suo effetto è anche più sottile: la tutela dell’ambiente, infatti, basandosi sul richiamo a valori universali, è una discussione che colpisce l’emotività di un elettorato trasversale, emotività che da sempre ha dimostrato giocare un ruolo importante nella nomina di leader politici.

Non resta che aspettare domani per capire se il differente approccio alla politica energetico-ambientale può rivelarsi una carta in più per guadagnare la residenza alla Casa Bianca.

Valentina


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5 responses to “Obama, McCain e il fattore ambiente”

4 11 2008
chiara (12:37:58) :

Circa la sensibilità ambientale di Obama c’è qualche perplessità: David Rieff in un bell’articolo riportato da Internazionale (Mister America-Inernazionale n.764) sostiene che in realtà sull’ambiente Obama pare essere quasi più a destra di McCain ed entrambi, pur proponendo politiche ambientali illuminate rispetto ai governi precedenti, non mettono in discussione il potere costituito, nè negli USA, nè all’estero. Tra l’altro Obama incentiva e promuove il programma etanolo, forte dell’approvazione del suo stato di origine, l’Illinois, forte produttore di questo combustibile che però trova critiche da varie posizioni, coem in questo articolo: http://it.peacereporter.net/articolo/11453.

4 11 2008
6 11 2008
Valentina (12:03:54) :

Chiara, grazie per la segnalazione: è interessante rilevare come ci siano molti interessi in gioco anche a favore delle rinnovabili, non solo contro! Tuttavia credo che Obama sia effettivamente determinato a combattere la dipendenza energetica americana dalle fonti fossili e combattere allo stesso tempo il cambiamenti climatico. E questo non tanto perchè lo ha dichiarato in campagna elettorale (sarà che noi italiani siamo molto disincantati da questo punto di vista) tanto perchè ha convinto i suoi avversari politici (vedi la raffica di decreti anti-ambiente varati da Bush i giorni precedenti le elezioni) e anche gli investitori (sembra che i titoli di aziende green siano stati tra i pochi a tenere se non a guadagnare in borsa, specialmente quando è cominciato ad essere ormai chiaro che Obama sarebbe stato il prossimo presidente degli Stati Uniti.

Resta solo da verificare se Obama sarà in grado di tener fede a questi suoi progetti e di combattere le resistenze.

10 11 2008
Luca (16:11:48) :

Ciao Valentina.
Il fatto che finalmente per gli americani la questione ambiente sia diventata una questione prioritaria fa piacere.
Anzi, direi… era ora.
Ormai la questione ambientale ed energetica sono variabili imprescindibili per ogni paese.
Ottima la descrizione in fatto di energia tra Obama E McCain, ben spiegate anche le dicotomie.
Il riportare entro il 2020 le emissioni di CO 2 ai livelli del 1990 sarebbe un qualcosa di unico e splendido.
Speriamo bene e frattanto ognuno di noi nel nostro piccolo continui a fare del proprio meglio al fine di salvaguardare l’unico mondo che abbiamo e le nostre tasche.
Un caro saluto
Luca

11 11 2008
valentina (06:47:21) :

Luca, grazie per il feed back! Obama ha ormai già messo piede alla casa bianca: speriamo che riesca a concretizzare tutti questi propositi elettorali!

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