Reportiamo un po’ di luce

17 03 2008

Da brava curiosa e ignorante in materia, ieri sera mi sono regalata una serata di giornalismo vecchio stile su un modello di sviluppo alternativo. Tra le tante interessanti notizie preoccupanti o rassicuranti che sono emerse nella puntata di Report, vorrei segnalare alcune riflessioni che sono emerse a riguardo delle energie rinnovabili, un po’ per condividerle, un po’ per chiedere maggiori lumi nella comprensione di un argomento più vischioso di quello che sembra.
L’energia è infatti uno dei temi più caldi in tema di sostenibilità, vuoi per l’attenzione dedicatagli dai media per via dei continui aumenti nella bolletta energetica, vuoi per il suo alto impatto in termini di emissioni e di risorse sprecate.
Eolico, solare, cogenerazione, biomasse, sono solo alcune delle tante tecnologie disponibili su cui da tempo si discute in termini di efficacia e fattibilità. Non entrando nel merito della discussione sull’efficacia, che richiede conoscenze che non possiedo, mi soffermo invece su un altro aspetto importante, che a volte viene invece tralasciato quando si discute della produzione di energie alternative: la gestione e distribuzione. La visione della trasmissione di ieri è stato spunto per una riflessione su un nuovo punto di vista attraverso il quale affrontare la questione: la produzione di energia pulita è pressocchè inutile se non viene progettata una rete che ne gestisca la distribuzione e la produzione, nonchè un sistema di incentivi che accorci il tempo di rientro dell’investimento. Insomma, una serie di attenzioni non solo burocratiche ma anche tecniche è indispensabile tanto quanto l’installazione di pannelli solari sopra ogni tetto.
Dunque, a che vale discutere della scelta tra eolico o termico, fotovoltaico o geotermico se non viene realizzato un piano che renda effettiva ed utilizzabile l’energia prodotta da qualsiasi di queste tecnologie? A questo punto la riflessione successiva si sposta sui soggetti: un piano di questo tipo può prescindere da un provvedimento accentrato di matrice pubblica?
I giornalisti di Report hanno dimostrato che qualcun ci è riuscito, citando il noto caso di Schonau, piccolo paesino tedesco della foresta nera che, grazie alla determinazione dei suoi abitanti, è diventato più che autosufficiente in termini energetici. Ma è possibile replicare in Italia un simile modello, prescindendo dal contesto di gonnelline alla tirolese e boccali di birra?

Valentina


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2 responses to “Reportiamo un po’ di luce”

22 03 2008
Matteo (19:37:00) :

Io non sono un tecnico, quindi non posso rispondere nel merito delle tue domande. Credo però che le reti elettriche siano uno dei campi più interessanti per innovazioni legate al controllo e all’intelligenza distribuita. Consiglio l’ottimo paper del WorldWatch Institute, Micropower: The Next Electrical Era

24 03 2008
Valentina (19:20:40) :

Grazie Matteo, link molto interessante! Cosa se ne può ricavare secondo te di interessante per il “caso Italia”?

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