Questo pacco non s’ha da fare!

10 03 2008

Dopo le nuove polemiche sul ritorno dei rifiuti in centro a Napoli, si riaccende la polemica sull’emergenza rifiuti.
Anche in questo ambito, si può dire valga il vecchio detto: “prevenire è meglio che curare”. Perfino nel capoluogo campano se ne sono accorti, tanto che le amministrazioni si sono prodigate in promesse (elettorali o meno, sarà da verificare) su un fantomatico inizio della raccolta differenziata dei rifiuti. Visto che le discariche non le vuole nessuno (o quasi) e che neppure lo smaltimento dei rifiuti tramite inceneritori o altro non gode di grandi simpatie, la soluzione per far contenti tutti sempre stia a monte, riducendo la produzione dei rifiuti.

Un primo modo per iniziare in questa direzione è quello di ridurre l’utilizzo di imballaggi, che danneggiano l’ambiente ma anche il portafoglio. Gli imballaggi, che generano ogni anno 12 milioni di tonnellate di rifiuti in Italia, con un aumento del 9% rispetto al 2000, rappresentano anche un costo importante, soprattutto nei prodotti commodity. Secondo un recente rapporto della Coldiretti, infatti, senza imballaggio il prezzo dei prodotti (alimentari) potrebbe diminuire del 30%. I casi più clamorosi citati nel rapporto sono quelli di lattuga e pomodori: il primo passa da 1,5 euro a 8 per il solo confezionamento e lavaggio, il secondo riserva all’imballaggio una percentuale doppia di quello che è il guadagno del produttore.

Il rapporto si concentra solo nel settore alimentare, non restituendo quindi un immagine completa del problema, ma se si pensa che gli alimentari sono i responsabili del due terzi del totale della produzione di rifiuti da imballaggio è facilmente immaginabile l’ampio margine di guadagno che si potrebbe ottenere con una gestione più oculata del packaging.

Insomma, ridurre l’utilizzo di imballaggi, senza incidere sulla capacità di proteggere il prodotto, è un modo di ridurre la produzione di rifiuti che potrebbe far ridurre, in modo anche considerevole, pure la spesa dell’italiano medio. Dunque che cosa non funziona in Italia se ancora questi risultati non sono stati raggiunti?

Valentina