La sostenibilità sotto l’albero di Natale

15 12 2008

E’ Natale. E’ tempo di festa, vacanze, luci. E regali.

Nell’attesa di lanciarmi nelle maratone natalizie in centri commerciali e centri città per riuscire nell’ingrato compito di trovare un regalo giusto per ciascuno, mi sono lanciata in un tour di shopping on-line, incappando in un simpatico catalogo di regali per tutti i gusti. In questo periodo di crisi ogni azienda o  negoziante si sta prodigando in mille modi per far arrivare i propri prodotti sotto l’albero, reclamizzando le speciali caratteristiche del proprio prodotto. Ma i prodotti di questo catalogo hanno delle caratteristiche particolari. Sono tutti green: fatti di materiali riciclati, super minimalist o ipo energetici.
Un catalogo insomma, per chi, anche a Natale, vuole essere coerente con il proprio stile di vita eco-sostenibile, ma anche per chi vuole fare un regalo originale, che possa far contenti chi lo riceve rispettando l’ambiente ma anche i limiti del portafoglio.

Tra i regali per lei quello che mi è piaciuto di più è sicuramente la Escama Socorro Bag una borsetta da sera fatta interamente di linguette di lattine in alluminio. E poi intimo, vestiario, accessori, tutti fatti in materiali rigorosamente organici, certificati e/o riciclati. O ancora borsa in pelle riciclata, o pelle vegetale, oppure con incorporato un piccolo pannello solare, come le borse, pure fashion di Noon, che permettono di ricaricare l’i-pod o il cellulare mentre si passeggia per le vie per il centro.

Ma trovare un regalo interessante per una donna non è così difficile quanto un regalo originale da uomo. Così Inhabitat, il sito che propone questo originale catalogo natalizio, ha proposto anche un catalogo maschile, pieno di interessanti soluzioni, che mixano il design alla sostenibilità ambientale. Come la borsa porta portatile di Timbuk2 costruita in materiali chimici ma eco-intelligenti e tinta con vernici non tossiche, che tra l’altro permette una completa personalizzazione se creata attraverso il sito web. O, per gli sportivi, le tavole da snowboard fatte interamente con materiali a basso impatto ambientale e attraverso stabilimenti che usano 100% energia pulita. O le scarpe Terra Plana Aqua, fatte con una serie di diversi materiali riciclati. Ma il top secondo me sono i gemelli fatti con i tasti di vecchie macchine da scrivere, con la possibilità di personalizzarli con le proprie iniziali. Menzione speciale per la simpatia a quello che è definito il compagno ideale di un uomo: un improbabile gadget che funziona da pila e da radio insieme, che si alimenta con l’energia solare o… a manovella!

Chi l’ha detto che ci sono pochi prodotti eco-sostenibili, o che non sono già commercializzati?

Secondo le guide del blog Inhabitant, Babbo Natale quest’anno potrà scegliere tra moltissimi regali che rispettano l’ambiente, e anche senza strapazzare troppo il portafoglio. Per chi fosse interessato, suggerisco una lettura del catalogo dei prodotti eco sotto i 20$: vedere per credere. Insomma, la sostenibilità ambientale nei prodotti di tutti i giorni è ormai una realtà diffusa: anche Babbo Natale è avvisato.

Valentina



Consumo biologico

18 09 2008

In tempi di crisi economico-finanziarie e rincari di benzina e beni alimentari c’è comunque un settore che non soffre e non perde quote di mercato: quello del biologico. Nome altisonante e un po’ fumoso che racchiude tutti quei coltivatori e produttori che rispettano un sistema di coltivazione che rispetta l’ambiente e gli animali, bandendo l’utilizzo di pesticidi e metodi di allevamento intensivi. Prodotti spesso certificati e controllati da vari enti di controllo, sempre di prezzo maggiore rispetto ai diretti concorrenti “non-bio”.

In Italia sembriamo essere particolarmente attenti e attivi in questo settore: secono dati IFOAM del 2005 le aziende biologiche italiane rappresentano il 37,7% sul totale europeo, mentre la superficie coltivata sul totale EU è del 27,7%. Non male se ci pensa alla differenza di dimensioni dell’Italia rispetto ad altri colossi dell’agricoltura in Europa quali Francia e Polonia. E i consumatori? Secondo dati elaborati dall’osservatorio su benesssere e salute che GPF conduce per Sana, tre italiani su cinque possono considerarsi consumatori sia pure occasionali di singoli prodotti biologici, mentre gli afecionados sono uno su sei. Non sorprenderà sapere che la maggiorparte dei prodotti biologici consumati sono frutta e verdura (61% e 64% sul totale) seguiti da altre commodity quali uova (34%), olio (27%) ma anche yoghurt, latte e miele. Più interessante può risultare invece scoprire il perchè un numero così elevato di consumatori sia disposto a sfidare la grande differenza di prezzo (contando anche la non sempre sicura provenienza e qualità del prodotto, secondo i detrattori) pur di acquistare un prodotto bio. Ebbene, sempre secondo la ricerca condotta dall’osservatorio di Giampaolo Fabris, la motivazione principale è la ricerca di una maggiore sicurezza o garanzia (79%) (alla faccia di mozzarelle alla diossina e passate di pomodoro avvelenate), seguita dalla ricerca di un prodotto più sano (per il 50% degli intervistati) e infine più buono (19%).

Visti i numeri, sembra che il fenomeno biologico non coinvolga più solo una piccola nicchia di mercato di ecologisti e vegani convinti, almeno per alcune classi di prodotto. Che le motivazioni non siano più solo o non più tanto ideologiche ma anche che l’Italia gioca un ruolo importante in questa partita, sia come paese produttore che come paese consumatore.

Valentina