Eco-sì, eco-no

4 01 2008

Nei giornali degli ultimi giorni dell’anno ho letto più di qualche articolo, buonista o meno, su ambiente e ambientalismo che pongono l’attenzione su che cosa sia eco e cosa no.
Dato il periodo di bagordi e lotterie, inizierei con una riflessione sul numero 32, valore che quantifica la differenza tra lo stile di vita del mondo sviluppato e quello in via di sviluppo. Il premio Pulitzer Jared Diamond focalizza l’attenzione sul fatto che il disastro ambientale in cui incorriamo non dipende tanto dall’aumento della popolazione in se, quanto dal consumo pro-capite. Contando che le popolazioni del terzo mondo mirano ad ottenere uno stile di vita occidentale, i tassi di consumo, e quindi di inquinamento, rischiano un aumento fuori controllo.
Posta l’importanza della riduzione o comunque del cambiamento dei consumi, per prevenire pericolosi cambiamenti climatici o problemi di salute legati all’inquinamento, è utile capire cosa sia veramente eco e cosa no. Un libro americano di recente pubblicazione dà alcuni consigli in materia. Rischiando derive pericolosamente ambientaliste, può rappresentare comunque un interessante vademecum per smascherare stili di vita e prodotti solo in apparenza bio o eco. L’idea di fondo è che, nel calcolo del costo ambientale di un prodotto, debba essere considerato tutto il “ciclo di vita” del prodotto stesso, analizzando anche quanta energia sia necessaria per produrlo o quanto inquinamento si sia prodotto per trasportarlo.
Uno stile di vita veramente ecologico è dunque possibile? Il diario di bordo di Paolo Rumiz per Repubblica ci dimostra come (almeno per una settimana) uno stile di vita che riduca all’osso la CO2 è possibile. A patto di ridurre sprechi e consumi, mantenendosi saldi nei propri principi contro un modello prevalente che poco favorisce un modus vitae a basso impatto ambientale (mezzi pubblici docent).

Valentina



Protected: Distretti ed energia: alcuni spunti da Pisa (convegno 20-21 novembre)

26 11 2007

Nella due giorni di Pisa si è parlato di distretti e sistemi produttivi locali in generale, ma con un cambio di prospettiva. Il dibattito non ha voluto infatti soffermarsi sulle “tradizionali” tematiche oggetto di discussione quando si parla di distretti – nozione di distretto, fattori di genesi ed evoluzione distrettuale, caratteristiche intrinseche di distretti e sistemi produttivi locali, etc. – ma, partendo da questa base di conoscenza comune, evolvere la discussione andando a focalizzarsi su due fattori di possibile evoluzione delle aggregazioni distrettuali, ovvero l’energia e la sicurezza.
Il convegno, organizzato dalla Provincia di Pisa, ha voluto essere un luogo di discussione per i policy makers sulle evoluzioni strategiche che i distretti toscani, e più in generale italiani, dovranno affrontare per mantenere alti i propri livelli di competitività in futuro, anche sulla scorta dei due elementi di crescente rilevanza – l’energia e l’ambiente – che sono stati oggetto di discussione dettagliata.
L’idea di fondo è che, attraverso l’utilizzo dei meccanismi propri del distretto ed una crescente attenzione da parte degli attori istituzionali a sensibilizzare i contesti locali sugli scenari di evoluzione futuri, si possano perseguire quelle evoluzioni strategiche che permetteranno di preservare la competitività delle imprese distrettuali sui mercati internazionali.

Tutto è partito da un esercizio di foresight promosso dalla Provincia di Pisa all’interno del progetto Pisa2020, nel quale si è chiesto ad un gruppo di stakeholders locali di adottare un approccio strategico e di lungo periodo, andando ad identificare quegli elementi che ritenevano più rilevanti per gli sviluppo futuri – tra i quali erano emersi l’energia e la sicurezza sui luoghi di lavoro – ed andando a prospettare dei possibili scenari in relazione alle diverse capacità di gestione di tali elementi. Dall’analisi di scenario emergeva la necessità che le istituzioni locali pianificassero una politica di gestione delle risorse critiche per la competitività di un territorio.

Da questa esigenza l’idea di organizzare un convegno, dal quale far emergere delle proposte operative per una policy locale delle tematiche dell’energia e della sicurezza sui luoghi di lavoro.
Il convegno è stato quindi strutturato in due momenti distinti:
- il primo, più divulgativo, finalizzato a fornire degli strumenti di base per affrontare le tematiche oggetto di discussione, con una panoramica di “cosa si sta muovendo” nel campo dell’energia e della sicurezza, dello stato dell’arte della ricerca, delle evoluzioni più recenti, nonché degli strumenti per il finanziamento di progetti di efficientamento energetico e miglioramento della sicurezza dei luoghi di lavoro a disposizione di imprese e sistemi locali d’impresa;
- il secondo, più operativo e propositivo, finalizzato a proporre delle iniziative concrete per affrontare tali tematiche a livello locale.

La sessione di lavori sull’energia ha visto in particolare la partecipazione di:
- ENEA e Università La Sapienza per la presentazione della tematica (con la distinzione tra le “vie” del risparmio energetico e dell’utilizzo di fonti alternative) e dello stato dell’arte della ricerca scientifica e delle sperimentazioni;
- Ministero dell’ambiente, Unità Tecnica Finanza di Progetto della Presidenza del Consiglio dei Ministri e MPS per gli strumenti di finanziamento utilizzabili per progetti di efficientamento energetico (rispettivamente fondo di rotazione per il rispetto del protocollo di Kyoto, finanza di progetto, linee di finanziamento ad hoc di MPS);
- Europrogetti&Finanza, che ha presentato una proposta operativa di modello per l’efficientamento energetico del distretto conciario di S.Croce sull’Arno – eventualmente replicabile anche in altri contesti distrettuali. Il modello proposto vede l’interazione di più soggetti – imprese del distretto, attori istituzionali, fornitori di tecnologia e finanziatori – ed identifica proprio nel distretto l’elemento determinante il successo di un progetto di questo tipo in quanto, da un lato, la specializzazione settoriale delle varie imprese distrettuale comporta un’alta omogeneità dei fabbisogni energetici da soddisfare, e, dall’altro, la dimensione distrettuale permette la scalabilità del progetto.

Il convegno si è chiuso con un intervento del sottosegretario allo Sviluppo Economico Stradiotto, che ha ribadito l’attenzione del governo delle tematiche affrontate nel convegno – i 5 temi di Industria2015 sono infatti l’energia, la mobilità, il Made in Italy, le scienze della vita e la promozione – ed ha raccolto le proposte emerse dalla discussione.

Convegno “I distretti produttivi italiani: energia e sicurezza. Cambiamo prospettiva!”
Pisa, 20-21 novembre 2007
Programma e materiali dei relatori (speriamo presto disponibili!)

Appunti per meglio approfondire i diversi interventi Interventi dei relatori (Pisa 20-21 novembre)