Questa zuppa sa di plastica

9 02 2008

E’ stata scoperta da una decina d’anni ma ha ottenuto il suo momento di notorietà solo ora. Messa in prima pagina dall’Indipendent ha attirato la mia attenzione quando è approdata anche su quella del Metro di Padova: il nuovo disastro ambientale, quello che i biologi marini chiamano la zuppa di plastica, ha guadagnato l’attenzione davvero di tutti i giornali.
Questa zuppa, è una massa di spazzatura di plastica, scoperta quasi per caso nell’oceano Pacifico da un ricco ereditiero sfaccendato, Charles Moore, che ha formato una fondazione per combatterla.

Una zuppa riscaldata a dire il vero: non è una novità che l’oceano sia diventato una discarica più o meno abusiva che raccoglie spazzatura proveniente da navi e pozzi petroliferi ma anche e soprattutto dalle zone costiere. La differenza sta solo nella dimensione. Le due masse individuate, sono come delle isole, una un po’ più grande, a est delle Hawaii e l’altra, più piccola, a ridosso del Giappone sono costituite da un totale di 100 milioni di tonnellate di plastica che si estende per 500 miglia nautiche. Una massa che, nessuno dubita, continuerà ad aumentare nei prossimi anni.

Un altro disastro che richiama l’attenzione sulla necessità di porre attenzione alle preservazione dell’ambiente e sulla necessità di una gestione più accurata del ciclo dei rifiuti.
Anche e soprattutto in Italia, dove, aldilà dell’urgenza campana, i dati dell’ultimo rapporto APAT confermano che la produzione nazionale di rifiuti continua a crescere e si attesta, nel 2006, a 32,5 milioni di tonnellate, 2,7% in più dell’anno precedente, con un aumento più consistente, a sorpresa, nel Nord.
E la raccolta differenziata è ancora lontana dall’obiettivo del 40%. A livello nazionale, infatti, rappresenta solo il 25,8% della produzione totale dei rifiuti urbani, troppo poco in più rispetto al 24,2% del 2005. E’ soprattutto il divario tra le diverse macro geografiche a pesare sul conto totale; infatti, mentre il Nord vanta un tasso di raccolta pari al 40%, il Centro ed il Sud, con percentuali rispettivamente pari al 20% ed al 10,2%, risultano ancora decisamente lontani dall’obiettivo proposto per legge.

Riuscirà un aumento della raccolta differenziata a salvarci dalle zuppe di plastica e dalle montagne di rifiuti?
Una verifica dei dati su Venezia, intanto, dà risultati scoraggianti: a Venezia rappresenta solo il 16,9% sul totale dei rifiuti, contro il 41,1% di Padova.

Valentina